Viene dedicato a “chi si sente prostrato dalla propria condizione esistenziale, condannato dai propri errori, schiacciato dal giudizio altrui e non riesce a scorgere più alcuna prospettiva per la propria vita”, il Messaggio del Papa per la Giornata mondiale della pace del prossimo primo gennaio, quando il Giubileo sarà appena iniziato. Il tema è “Rimetti a noi i nostri debiti, concedici la tua pace”. Un messaggio che vuole infondere speranza in tutto, in linea con il tema dell’Anno Santo e perciò il Papa suggerisce tre azioni possibili per “riaprire la via della speranza per ciascuno di noi”. La speranza, scrive, che “nasce dall’esperienza della misericordia di Dio, che è sempre illimitata”. La prima azione è la ripresa dell’appello lanciato da S. Giovanni Paolo II in occasione del Giubileo dell’anno 2000, di pensare a una «consistente riduzione, se non proprio al totale condono, del debito internazionale, che pesa sul destino di molte Nazioni». La seconda “un impegno fermo a promuovere il rispetto della dignità della vita umana, dal concepimento alla morte naturale, perché ogni persona possa amare la propria vita e guardare con speranza al futuro, desiderando lo sviluppo e la felicità per sé e per i propri figli”. La terza infine consiste nel destinare “almeno una percentuale fissa del denaro impiegato negli armamenti per la costituzione di un Fondo mondiale che elimini definitivamente la fame e faciliti nei Paesi più poveri attività educative e volte a promuovere lo sviluppo sostenibile, contrastando il cambiamento climatico”.
Per ognuno di questi impegni, che costituiscono nella visione di Francesco, una vera road map per la pace, il Pontefice ricorda poi l’urgenza di affrontare seriamente le diverse questioni.
Il Papa conclude il suo messaggio con un augurio – “Il 2025 sia un anno di pace” – e una preghiera che riecheggia il Padre Nostro. “Concedici, la tua pace, Signore! È questa la preghiera che elevo a Dio, mentre rivolgo gli auguri per il nuovo anno ai Capi di Stato e di Governo, ai Responsabili delle Organizzazioni internazionali, ai Leader delle diverse religioni, ad ogni persona di buona volontà.
Rimetti a noi i nostri debiti, Signore, come noi li rimettiamo ai nostri debitori, e in questo circolo di perdono concedici la tua pace, quella pace che solo Tu puoi donare a chi si lascia disarmare il cuore, a chi con speranza vuole rimettere i debiti ai propri fratelli, a chi senza timore confessa di essere tuo debitore, a chi non resta sordo al grido dei più poveri”.